E finalmente arriviamo all'annoso problema dei denti storti.
Com'è possibile allineare i denti con un percorso che non è costrittivo sui denti? E quindi che non usa strumenti che sottopongono a trazione i denti stessi?
Riprendiamo dai paragrafi precedenti il modello del circuito nervoso che si attiva quando calziamo l'APF e lo attiviamo al ritmo respiratorio, e il modello della stimolazione della percezione tattile.
Attraverso il circuito viaggia la percezione tattile riferita ad ogni dente, cioè la posizione che assume quel dente in quella bocca.
L'informazione arriva al cervello dove sono depositate le antiche nozioni. Tra cui quella della corretta posizione che deve assumere quel dente perché funzioni correttamente in quella bocca.
Una sorta di memoria cellulare che viene così ricordata attivata.
L'informazione viaggia sullo stesso canale che ha portato la prima informazione di posizione, e viene rilasciata al dente che, libero di muoversi in bocca poiché:
-disarticolato dall'incastro dei denti sottostanti (grazie allo spessore incluso nell' APF)
-non affannato dalla presenza muscolare dei muscoli della guancia, delle labbra e dal portentoso muscolo linguale ( anche lì tenuti a bada, a debita distanza, dalle flange interne ed esterne dell'APF),
si sposta secondo le nuove informazioni ricevute.
E si nota subito, dalla prima applicazione in bocca dell'APF, questo spostamento dei denti.
L'esercizio continuo a casa e gli incontri mensili con chi accompagna il percorso fisseranno (stabilizzeranno) gli spostamenti nel tempo.
Tutto ciò avviene dunque in seguito alla eliminazione delle interferenze, cosicchè i denti possano liberamente collocarsi come Madre Natura ha disposto per quella bocca.
Il percorso in Dentosofia vale sia per gli adulti, poiché i tessuti sono sempre modificabili se si imprime loro uno stimolo minimo e continuativamente ritmico, come per i bimbi per i quali non è assolutamente necessario aspettare le permuta dei denti permanenti, anzi prima si interviene meglio è.